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Starch: i plus, le sfide e la familiarità raccontati dall’architetto Claudio Beretta | Intervista 2/4

storia-di-starch la storia di Starch

La prima parte della chiacchierata La storia di Starch nelle parole del suo fondatore: l’architetto Claudio Beretta ha messo in luce le origini di questo caso di imprenditoria italiana di successo.
Il viaggio è partito proprio dal nome Starch e ha fatto tappa nelle principali insidie che si sono presentate fin dalla fondazione, avvenuta nel 1985.

Oggi vogliamo raccontare qualcosa in più della realtà brianzola. Continua a leggere per scoprire:

I 3 plus di Starch secondo il fondatore Claudio Beretta

Se dovesse identificare 3 aspetti che vi hanno permesso di emergere e che, tutt’oggi, continuano a fare la differenza, quali sarebbero?

“Starch nasce da uno studio professionale e l’anima del professionista le è rimasta come una caratteristica peculiare. Un cliente per Starch non è uno che acquista, ma uno che ha bisogno di essere aiutato nello svolgere un’attività su cui lui non ha un’elevata competenza. Un medico, un avvocato, un architetto non può diminuire e variare la sua prestazione professionale in base ad una trattativa economica.

Il suo obbligo è mettere a disposizione la sua conoscenza per far superare al cliente una difficoltà che da solo non riuscirebbe ad affrontare. In Starch è rimasta questa traccia di DNA del professionista: prima di tutto, occorre risolvere il problema del cliente.

Il secondo aspetto è l’essere coscienti che ogni software nasce vecchio. Questo significa che appena hai terminato di scrivere un software, occorre iniziare a riscriverlo. Quindi Starch non ha mai smesso di investire nel migliorare il prodotto. E si migliora il prodotto ascoltando il cliente.

Un altro aspetto che caratterizza la Starch è di guardare sempre avanti, molto avanti, almeno tre anni oltre il presente, e cercare di risolvere ora un problema che si immagina ci investirà più avanti. Infatti, se nel mondo del software si pensa di risolvere oggi un problema attuale, significa che ormai si è arrivati in ritardo, perché per produrre e testare un software occorre tempo, tanto tempo.

Questa visione lungimirante ci ha permesso di essere stati i primi a portare l’utilizzo dei PC nella pubblica amministrazione, il GIS nei Comuni, i primi a dotare i Comuni del sito internet istituzionale, i primi a far presentare le pratiche in digitale, a riscrivere i software per il cloud.

Essere sempre i primi costa parecchio, perché non hai strade già tracciate da seguire ed è facile prendere direzioni che non portano a raggiungere l’obiettivo. Ma le difficoltà e le delusioni si superano se ciò che ti spinge è la passione per il lavoro che fai. Questo è lo spirito di Starch, che alla fin fine non è una società di software, ma una società di persone che amano il software che producono e i servizi che offrono.

A questo proposito, scopri l’offerta completa di Starch prima di procedere con l’intervista:

Le sfide che Starch ha dovuto superare

Ci sono state delle difficoltà iniziali nel progettare e avviare questo business? E attualmente, quali ostacoli vi trovate a dover superare?

“Difficoltà ce ne sono sempre state, perché lavorare per la Pubblica Amministrazione non è facile. Noi tutti sappiamo cosa significa avere un rapporto con la burocrazia della PA, che ha le sue regole, i suoi tempi, le sue lungaggini ed anche la mentalità particolare di chi ci lavora all’interno.

All’inizio abbiamo avuto la difficoltà di adeguare l’attività di Starch alla visione operativa di un Comune, che non ha gli stessi parametri di un privato.”

Ci spieghi meglio

“Se un privato ha bisogno di un software, controlla che cosa gli può offrire il mercato, individua quelli che maggiormente soddisfano le sue esigenze. Controlla e raffronta i prezzi, cerca un po’ di sconto, poi compra e paga.

Per la PA le cose non funzionano così. Il Comune deve fare un bando, devono essere scritte le regole per stabilire la scelta del software e la regola per il prezzo. Poi va svolto il processo di gara. Va stipulato il contratto, pagando tasse e bolli. Bisogna presentare anche una fideiussione che garantisce al Comune che il software sarà fornito.
Quindi, prima di essere pagati dalla Pubblica Amministrazione, bisogna pagare. Poi, una volta consegnato il software, per essere pagati occorre la procedura di collaudo, che può durare anche mesi, se il funzionario comunale è in ferie o ha altro da fare. Intanto però, chi è arrivato secondo nella gara magari ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo, per cui bisogna pagare avvocati per difendersi.

Le difficoltà riscontrate all’inizio erano di questo tipo, cioè tempi lunghissimi per vendere e ancora di più per essere pagati. Bastava un attimo per ritrovarsi in crisi. Bisogna anche sottolineare il fatto che noi abbiamo percorso questi nostri 35 anni di attività associando il nostro destino a quello dei Comuni, che si sono visti ridurre costantemente le disponibilità finanziarie anno dopo anno, e contemporaneamente lo Stato Centrale li ha investiti di incombenze sempre più pesanti.

Nel 2010, con il blocco dei bilanci ai Comuni voluto dallo Stato per contenere la spesa pubblica che era andata fuori controllo, noi, insieme a tante aziende, siamo andati veramente in crisi, fino al punto di pensare di cedere la nostra attività ad una società più consistente, entrando cioè in un gruppo a livello nazionale.”

Oggi, però, siete ancora indipendenti. Cosa ve lo ha permesso?

“L’esperienza è durata un anno. All’interno di un gruppo lo spirito della Starch, le sue caratteristiche peculiari, la professionalità, la tendenza all’investimento, l’attenzione alla qualità del prodotto, per forza di cose, per le regole del gruppo, non potevano più essere mantenuti.

Così siamo tornati liberi e, da soli, stringendo i denti, abbiamo superato quei momenti critici. Attualmente non abbiamo più ostacoli di quel tipo, abbiamo una posizione consolidata sul mercato, abbiamo prodotti all’avanguardia e siamo diventati capaci di adattare la nostra attività alle modalità operative della Pubblica Amministrazione

Ma la nostra tendenza ad esplorare mercati nuovi e a guardare sempre oltre non ci ha permesso di fermarci e ci ha spinto ad investire su prodotti nuovi che metteremo sul mercato nei prossimi mesi.”

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intervista a Claudio Beretta, fondatore di Starch

Possiamo avere qualche anticipazione?

“Un prodotto è rivolto ad un settore comunale, per noi nuovo, quello del commercio, dei mercati, delle fiere, dell’occupazione degli spazi pubblici.

Un altro prodotto invece è rivolto ai professionisti del territorio, architetti, ingegneri, geometri. Questo è un prodotto nuovissimo, distribuito tramite e-commerce. Per noi è un’esperienza completamente nuova e naturalmente ci aspettiamo problemi nuovi da risolvere, ma questo ci stimola maggiormente.”

La conduzione familiare di Starch come ulteriore valore aggiunto

Starch è un’azienda a conduzione familiare in cui oggi padre e figli lavorano fianco a fianco. Il passaggio generazionale è stato un valore aggiunto? Avere un punto di vista diverso vi ha aiutato a vincere le nuove sfide degli ultimi anni facendo rimanere Starch sempre al passo con i tempi e le esigenze contingenti?

“La conduzione della Starch è sicuramente familiare: c’è un padre fondatore, architetto girato all’informatica da 30 anni, un figlio informatico doc, un altro figlio architetto e una figlia mezza informatica e mezza bocconiana. Insomma: un bel gruppetto che puoi scoprire nella sezione Team della pagina Chi Siamo.

Ognuno si occupa di un settore preciso e insieme, nel consiglio di amministrazione, stabiliscono gli indirizzi alla conduzione dell’azienda. Il passaggio generazionale, in linea teorica è semplice: il vecchio fa un passo indietro e il giovane fa un passo in avanti. Ma, in questo passaggio, è facile pestarsi i piedi e comunque ci vuole coraggio, sia nel fare un passo indietro che fare il passo in avanti. Un conto è dire di fare un passo, avanti o indietro, un conto è farlo realmente.

Non bisogna però avere premura nel fare questo passaggio, perché si rischia di perdere il valore dell’esperienza del vecchio che lascia e non bisogna neppure essere troppo lenti, perché si rischia di rallentare un’evoluzione che solo l’energia e la visione nuova del giovane che entra può garantire.”

E oggi a che punto del processo siete?

“Il processo in Starch è in un avanzato stato di perfezionamento.

Il vecchio (che sarei io, sì) è ancora presente, ma assume sempre più il ruolo di super consulente, da interpellare solo in caso di dubbi, o è anche utilizzato per raccontare il passato, come in questa intervista.
La conduzione operativa è ormai in mano alla nuova generazione, che, lavorando da decenni in azienda, ha sicuramente tutti i numeri per condurre sempre più avanti la Starch.”

La conversazione con l’Arch. Claudio Beretta è proseguita analizzando il contesto - italiano ed europeo - in cui si inserisce la sua azienda e facendo delle previsioni su ciò che potrà accadere nei prossimi anni.
Questi i link per leggere cosa ci ha rivelato:

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